Documento di Fondazione del Centro Culturale Multietnico anno 1991
Quando fu costituita l’associazione La Tenda si diede luogo a un documento, riportato di seguito, che potesse essere di riferimento a tutti i soci e ad ogni attività che si sarebbe intrapresa.
"La novità portata dalla coesistenza di culture ed etnie diverse può costituire l'occasione e il momento per una modificazione dei valori dominanti e per una riaffermazione dei grandi ideali di libertà, tolleranza, uguaglianza sociale ed economica, pace.
Questi ideali, sempre affermati, a livello di pensiero e di 'facciata', ma spesso negati nella pratica dei comportamenti individuali o di gruppo, richiedono, ormai, uno schieramento 'trasversale', di tutti quelli che vi si riconoscono e che vogliono coerentemente impegnarsi per una progressiva ed effettiva realizzazione.
L'obiettivo generale è recuperare il rapporto fra la gente, togliere il tranquillo fatalismo e qualunquismo, dare motivi di contributo di pensiero, confronto, cultura, azione; insomma è quello di rivitalizzare, in senso positivo, la vita della zona e di favorire l'instaurazione di nuovi rapporti di comprensione e di solidarietà fra tutti gli abitanti.
Per raggiungere questi obiettivi intendiamo creare il Centro culturale 'LA TENDA' dichiaratamente multietnico, che vogliamo definire 'organico' per specificare l'intreccio inscindibile tra approfondimento culturale e lavoro pratico, per affrontare i problemi della zona. La sottolineatura multietnico ci appare appena necessaria per annunciare in modo chiaro, una caratteristica di per sé implicita.
Il Centro, infatti, deve essere di tutti e per tutti e, per ciò stesso, deve comprendere anche i nuovi abitanti, provenienti da altre nazioni. La partecipazione di questi ultimi è un fatto, di diritto, legato alla loro vita nella zona, alla quale, quindi, sono cointeressati.
Su questo piano di parità, quello dei concittadini stranieri è un problema come gli altri, sul quale la comunità deve saper civilmente riflettere e operare. La peculiarità di questo problema consiste, non tanto e non solo nella sua eccezionalità, ma nell'averci rivelato l'insufficienza, ideale e pratica, della nostra civiltà.
Nel nostro ambito locale - che non consideriamo riduttivo, ma, piuttosto, la dimensione giusta per un impegno più interessato e diretto - noi vogliamo impegnarci, con la nostra capacità di credere e di fare, per ricreare le condizioni per una vita più umana, più giusta, più solidale.
"La novità portata dalla coesistenza di culture ed etnie diverse può costituire l'occasione e il momento per una modificazione dei valori dominanti e per una riaffermazione dei grandi ideali di libertà, tolleranza, uguaglianza sociale ed economica, pace.
Questi ideali, sempre affermati, a livello di pensiero e di 'facciata', ma spesso negati nella pratica dei comportamenti individuali o di gruppo, richiedono, ormai, uno schieramento 'trasversale', di tutti quelli che vi si riconoscono e che vogliono coerentemente impegnarsi per una progressiva ed effettiva realizzazione.
L'obiettivo generale è recuperare il rapporto fra la gente, togliere il tranquillo fatalismo e qualunquismo, dare motivi di contributo di pensiero, confronto, cultura, azione; insomma è quello di rivitalizzare, in senso positivo, la vita della zona e di favorire l'instaurazione di nuovi rapporti di comprensione e di solidarietà fra tutti gli abitanti.
Per raggiungere questi obiettivi intendiamo creare il Centro culturale 'LA TENDA' dichiaratamente multietnico, che vogliamo definire 'organico' per specificare l'intreccio inscindibile tra approfondimento culturale e lavoro pratico, per affrontare i problemi della zona. La sottolineatura multietnico ci appare appena necessaria per annunciare in modo chiaro, una caratteristica di per sé implicita.
Il Centro, infatti, deve essere di tutti e per tutti e, per ciò stesso, deve comprendere anche i nuovi abitanti, provenienti da altre nazioni. La partecipazione di questi ultimi è un fatto, di diritto, legato alla loro vita nella zona, alla quale, quindi, sono cointeressati.
Su questo piano di parità, quello dei concittadini stranieri è un problema come gli altri, sul quale la comunità deve saper civilmente riflettere e operare. La peculiarità di questo problema consiste, non tanto e non solo nella sua eccezionalità, ma nell'averci rivelato l'insufficienza, ideale e pratica, della nostra civiltà.
Nel nostro ambito locale - che non consideriamo riduttivo, ma, piuttosto, la dimensione giusta per un impegno più interessato e diretto - noi vogliamo impegnarci, con la nostra capacità di credere e di fare, per ricreare le condizioni per una vita più umana, più giusta, più solidale.